ISPRA ha condotto uno studio che mette a confronto le emissioni GHG italiane dal 1990 al 2021. Scopriamo insieme qual è l’andamento del nostro Paese e perché è importante calcolare la Carbon Footprint.
Oggi andremo ad analizzare gli ultimi dati in merito alle emissioni GHG italiane grazie al documento “Italian Greenhouse, Gas Inventory 1990-2021, National Inventory, Report 2023” di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Le emissioni totali di gas a effetto serra, escluse le emissioni e gli assorbimenti da LULUCF (uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura), sono diminuite del 19,9% tra il 1990 e il 2021, passando da 521 a 418 milioni di tonnellate.
Ecco la tabella riassuntiva dell’evoluzione delle emissioni GHG dal 1990 al 2021:
Il gas serra maggiormente presente è la CO2, infatti, rappresenta l’80,8% delle emissioni totali. La CO2 mostra una diminuzione del 23,2% tra il 1990 e il 2021: nel settore energetico, è inferiore del 21,3% rispetto al 1990.
Nel 2021 le emissioni di CH4 e N2O sono state pari all’11,3% e al 4,1% delle emissioni totali: il CH4 è diminuito del 14,3% dal 1990 al 2021, mentre il N2O è diminuito del 28,9%.
Infine, gli HFC rappresentano il 3,9% delle emissioni totali e rappresentano un trend in aumento soprattutto per i prossimi anni.

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Con il nostro video di approfondimento andremo a fare chiarezza sui seguenti punti:
  • Cos’è lo strumento Carbon Footprint?
  • Cosa spinge le aziende a calcolare la CFP?
  • Quali sono i vantaggi delle policies green?
  • Quali sono i benefici che giovano all’ambiente e al conto aziendale?

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