Un buon rating ESG può aiutare le aziende ad attrarre investimenti e ridurre i costi di finanziamento.

Cos’è il Rating ESG o Rating di sostenibilità

Sempre più spesso le decisioni di investimento oltre ai parametri “finanziari”, tengono conto anche dei fattori “extra-finanziari” ovvero ESG (Environmental, Social and Governance).
Un rating ESG elevato riflette il riconoscimento da parte del mercato degli sforzi e delle prestazioni di responsabilità sociale dell’azienda, che aiuta a migliorare l’immagine del marchio. Inoltre, molte istituzioni finanziarie europee e americane hanno preso in considerazione il rating ESG nel processo di screening degli investimenti.
L’impresa sostenibile è attenta a tre fattori:

Fattore ambientale (Enviromental): che considera i rischi legati ai cambiamenti climatici e quindi attenta alla riduzione delle emissioni di CO2, all’efficienza energetica, all’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali (es. acqua), che adotta politiche contrastanti all’inquinamento dell’aria e dell’acqua e allo spreco delle risorse naturali e alla deforestazione.
Fattore sociale (Social): che include politiche qualitative per l’ambiente di lavoro, per le relazioni sindacali, per il controllo della catena di fornitura, oltre che attenta alle diversità di sesso, abilità ed età, agli standard lavorativi, alle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro, al rispetto dei diritti umani e ad una assunzione di responsabilità sociale a tutto tondo.
Fattore di governo societario (Governance): che riguarda l’etica e la trasparenza del governo societario e che riguarda la presenza di consiglieri indipendenti o non esecutivi, le politiche di diversità nella composizione dei CdA, la presenza di piani ed obiettivi di sostenibilità legati alla remunerazione del board, oltre che, le procedure di controllo, le policy e più in generale i comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di etica e compliance.
Pertanto, un buon rating ESG può aiutare le aziende ad attrarre investimenti e ridurre i costi di finanziamento.

La storia del rating ESG

Il tema ESG affonda le sue origini negli anni Novanta, quando nacque la Global Reporting Initiative (GRI) per sviluppare un quadro di reportistica sui comportamenti ambientali delle imprese. Le linee guida del giugno 2000, che rappresentano un primo passo importante verso uno standard relativo alla rendicontazione della sostenibilità, definiscono un primo approccio alle tematiche ESG, che si è poi evoluto nel corso del decennio.

Una seconda tappa cruciale è rappresentata dalla definizione dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite nel 2015, una lista di diciassette obiettivi molto che mirano allo sviluppo globale, alla promozione del benessere umano e alla protezione dell’ambiente.

In quell’occasione, la comunità globale ha approvato l’Agenda 2030, i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) e i 169 sotto-obiettivi, i quali mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza e allo sviluppo sociale ed economico. Inoltre riprendono aspetti di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile quali l’affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche entro l’anno 2030.

Proprio nel 2015, alla Conferenza sul clima di Parigi, 195 Paesi hanno adottato i primi accordi universali e giuridicamente vincolanti sul clima mondiale, che definisce un accordo globale per evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC.

Sulla base di questi accordi, le legislazioni nazionali hanno introdotto obblighi di reportistica non finanziaria per le imprese (in Italia per gli Enti di interesse Pubblico) e norme più stringenti per la tutela dell’ambiente e per contenere il riscaldamento globale.

(fonte:cerved.com)

I vantaggi nel disporre di un Rating ESG

  • la misurazione delle performance di sostenibilità;
  • il miglioramento del posizionamento e della leva commerciale;
  • il contenimento del rischio reputazionale;
  • il monitoraggio di parametri di efficienza e produttività;
  • l’incremento delle oppotunità di investimento;
  • il possibile miglioramento dei costi di finanziamento

ESG Supply Chain Assesment

Le aziende che intendono migliorare il proprio profilo di sostenibilità effettuano anche  l’ ESG SUPPLY CHAIN ASSESSMENT , ovvero la valutazione del rischio di sostenibilità del proprio parco fornitori lungo la propria filiera di approvvigionamento.

I vantaggi di avere una catena sostenibile sono i seguenti:

  • ridurre il rischio di inefficienza ed interruzioni nella catena di fornitura
  • monitorare e proteggere la reputazione della società,
  • soddisfare le richieste dei consumatori più sensibili a tematiche di sostenibilità, così da generare un vantaggio competitivo,
  • favorire la collaborazione tra cliente e fornitore con reciproci vantaggi nell’ambito del rispetto di standard e protocolli internazionali.

Non limitarti al green washing – dai evidenza e concretezza del tuo impegno per la sostenibilità!

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