Condurre una Water Footprint rispetto ad una più completa analisi del ciclo di vita può essere necessario in funzione della sensibilità dei mercati ai consumi idrici e alla scarsità di risorse, per accedere a bandi pubblici strutturati sui Criteri Ambientali Minimi e per poter comunicare l’impegno ambientale delle aziende in modo più semplice e diretto.

ISO 14046 e Water Footprint

Water Footprint permette di misurare l’impatto sul comparto idrico determinato da un prodotto, un processo o un’organizzazione, utilizzando le metodologie indicate nello standard ISO 14046, “Environmental management – Water Footprint – Principles, requirements and guidelines”.

Pubblicato in modalità definitiva ad agosto 2014, lo standard ISO 14046 consente di adottare una metodologia unificata e di ottenere risultati comparabili tra loro e comunicabili ai consumatori finali.

L’analisi si basa su un approccio di ciclo di vita (LCA), tenendo conto della gestione dell’acqua lungo tutta la catena di produzione, fino al trattamento di fine vita.

Le fasi di studio ed analisi della Water Footprint

Lo studio sull’impronta idrica viene quindi strutturato in quattro fasi.

  1. La prima fase prevede la definizione dello scopo e del campo di applicazione.
  2. A questa fase segue l’analisi di inventario. Consiste nella raccolta di tutti i dati necessari a valutare come i processi e/o il prodotto in esame interagiscono con l’ambiente ed in particolare con le risorse idriche. In particolare, è utile raccogliere dati volumetrici di prelievi e scarichi, ma anche parametri qualitativi relativi ai rilasci in acqua ed in atmosfera.In questa fase è inoltre necessario raccogliere informazioni relative alle regioni dove avvengono i processi e al loro eventuale carattere stagionale: è importante considerare come può variare la disponibilità di risorse nelle diverse regioni e nei diversi mesi dell’anno.
  3. I dati raccolti vengono poi utilizzati per la quantificazione dei potenziali impatti ambientali.
  4. L’analisi e l’interpretazione dei dati consente infine di poter rispondere alle domande poste nella prima fase di definizione dello scopo e del campo di applicazione.

Iter di certifcazione:

Le principali fasi dell’iter di certificazione comprendono:

  • invio della domanda di certificazione, con indicazione degli elementi necessari alla formulazione dell’offerta;
  • emissione dell’offerta;
  • svolgimento dell’audit di certificazione;
  • l’emissione del certificato in caso di delibera positiva della commissione tecnica;
  • gli audit di sorveglianza annuali ed il rinnovo triennale.

Vantaggi

Tra i vantaggi derivanti dalla conduzione di una Water Footprint troviamo:
  • Miglioramento gestionale: migliore gestione delle risorse che riduce i rischi provocati da un eccessivo sfruttamento delle fonti d’acqua, con maggiore disponibilità e qualità.
  • Sostenibilità ambientale: permette di identificare gli impatti sull’ambiente naturale e di individuare le modalità per la loro diminuzione.
  • Trasparenza: l’analisi basata sul ciclo di vita consente di fornire informazioni trasparenti ai consumatori e ai produttori, migliorando anche la propria immagine.
Lo studio della Water Footprint, così come previsto dallo standard ISO 14046, può costituire un valido strumento in diversi casi applicativi. Si tratta infatti di uno standard adattabile ad ogni realtà organizzativa e produttiva.

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Conduciamo un’analisi di Water Footprint dei prodotti, processi o della organizzazione assistita in toto seguendo la UNI EN ISO 14046: 2016 (Gestione ambientale – Impronta Idrica (Water Footprint) – Principi, requisiti e linee guida) ed accompagnando l’azienda ad essere sottoposto a revisione critica di terza parte e quindi certificata!

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