Negli ultimi anni, il concetto di green economy è stato promosso come un obiettivo fondamentale per il futuro del pianeta. Tuttavia, il problema principale è che molte delle iniziative definite “sostenibili” nascondono in realtà operazioni di greenwashing, in cui la sostenibilità è solo un’illusione.
L’obiettivo della transizione ecologica dovrebbe essere quello di garantire un futuro più pulito e responsabile, ma le politiche ambientali imposte senza una visione chiara stanno portando gravi squilibri nel sistema industriale. Stiamo davvero andando verso un’economia più verde o stiamo precipitando verso un blackout economico?
Negli ultimi due o tre anni, l’opinione pubblica mondiale sta fortunatamente aprendo gli occhi di fronte agli infimi messaggi della falsa cultura green. Questa narrazione distorta ha nascosto per troppo tempo le storture di una politica mediatica che il mainstream ha veicolato con forza.
Primo o poi tutti i nodi vengono al pettine, e oggi le mistificazioni del greenwashing stanno mostrando i loro effetti collaterali. I governi hanno a lungo mascherato, dietro il pretesto delle tematiche ambientali, decisioni che non hanno considerato la sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Esempi di greenwashing: quando la sostenibilità è solo apparenza
HSBC: Coltiviamo alberi (ma anche centrali a carbone)
La più grande banca per i consumatori ha pubblicizzato un impegno per la sostenibilità attraverso la piantumazione di alberi e piani net-zero. Tuttavia, contemporaneamente, continuava a finanziare progetti di combustibili fossili. Questo caso dimostra come il greenwashing possa distorcere la realtà, ingannando i consumatori con una narrazione costruita ad arte.*
Michelin: finanza verde per la deforestazione
Michelin si è impegnata a rinverdire 90.000 ettari di foresta in Indonesia, un’iniziativa presentata come esempio di responsabilità ambientale. Ma la realtà è ben diversa: il progetto ha sostituito ecosistemi naturali con piantagioni monocolturali di gomma, danneggiando habitat di oranghi, tigri ed elefanti. Un altro caso di greenwashing, in cui la sostenibilità viene usata solo per migliorare l’immagine aziendale.*
H&M: la finzione della moda sostenibile
H&M ha cercato di attrarre i consumatori con una linea di abbigliamento presentata come ecologica, ma in realtà fondata su dati falsificati. Le cosiddette “schede di valutazione ambientale” utilizzate per certificare i capi sono state smascherate come ingannevoli. Un perfetto esempio di come il greenwashing sia un fenomeno trasversale, che tocca anche il settore della moda.*
*Fonte: Articolo “Greenwashing, nel 2022 chiamati in causa Governi, Ong e aziende” di Green Planner Magazine
Dal Green al Black(Out): le conseguenze economiche del greenwashing
Sostenere e pubblicizzare quindi che un’auto elettrica è a zero emissioni è palesemente falso. Sostenere che una bottiglia di plastica è stata prodotta con ZERO EMISSIONI di CO₂ è palesemente falso. Sostenere che una CROCIERA è sostenibile è palesemente falso. Sostenere che un’azienda di trasporti è sostenibile è palesemente falso.
Questi sono solo alcuni esempi di greenwashing, dove le aziende sfruttano termini ecologici per migliorare la propria immagine, senza un reale cambiamento. Ma gli effetti collaterali più disastrosi di questa ideologia GREEN si manifestano in tutto il sistema economico mondiale, che si trova in una fase di crisi strutturale incresciosa e di crescita zero. Siamo passati dal GREEN al BLACK(OUT) nel giro di pochi anni.
Il settore industriale in crisi: l’effetto del greenwashing sull’automotive
Il settore più colpito in tutta Europa è quello industriale, e tra questi in particolare quello automotive.
Negli ultimi anni, Volkswagen ha registrato un calo delle vendite interne. Ad agosto 2024, le immatricolazioni di auto elettriche in Germania sono diminuite del 68,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, contribuendo al calo complessivo del 43,9% nell’Unione Europea anche dell’elettrico.
E non va meglio per altri grandi player. L’ipotesi retromarcia di Porsche sull’elettrico anticipa il cambio di rotta dei costruttori europei. In Italia poi, il gruppo Stellantis ha perso più di tutti gli altri costruttori europei.
Questi dati oggettivi del sistema industriale evidenziano tutte le storture del sistema ESG perché non dimentichiamoci che oltre all’acronimo E = ENVIRONMENT, ci sono altri due ambiti molto importanti da considerare, ovvero S = SOCIAL e G = GOVERNANCE.
E proprio su tali aspetti si gioca anche il futuro dell’economia. Essere sostenibili vuol dire esserlo a 360 gradi e rispettare anche e soprattutto i vincoli di natura economica, imprenditoriale e sociale.
Conclusione: Green Economy o Blackout Economico?
In sostanza, il greenwashing sta portando a una crisi profonda in nome di una sostenibilità più apparente che reale. Le aziende non possono chiudere in nome di una mistificata politica green, e interi settori produttivi, come l’automotive, non possono essere messi in crisi da decisioni autoritarie prive di una visione globale.
L’Europa, spinta da una transizione ecologica affrettata, ha lasciato campo libero ai produttori cinesi, che stanno invadendo il mercato con prezzi altamente concorrenziali.
La domanda, dunque, resta aperta: stiamo davvero costruendo una green economy o ci stiamo avvicinando a un blackout economico?
Dott. Stefano Scanavino