Con questo articolo diamo inizio alla nuova serie settimanale di approfondimenti relativi ai rischi presenti in azienda, previsti dal D.Lgs. 81/2008. Oltre a evidenziare la natura di tali rischi e gli effetti a lungo termine, come le possibili malattie professionali, vi proporremo le soluzioni da adottare per tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori!
Definizione dell’attività
Per movimentazione manuale dei carichi si indendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccaricobiomeccanico (patologie delle strutture osteoarticolari, muscolo tendinee e nervo vascolari), in particolare dorso-lombari.
Quando l’attività di movimentazione comporta l’esecuzione di movimenti degli arti superiori, simili dal punto di vista gestuale, 5 per più volte nell’arco di un minuto il rischio è invece quello di sviluppare patologie a danno degli arti superiori (Es. Sindrome del tunnel carpale).
Incidenti sul lavoro
La movimentazione manuale dei carichi è da sempre una delle principali cause di incidenti sul lavoro: si stima infatti che negli ambienti lavorativi circa un infortunio su tre avviene nel momento del trasporto o movimentazione manuale dei carichi.
Di seguito trovate alcuni brevi esempi di incidenti avvenuti durante la MMC:
1) Nel primo caso un ventisettenne sta portando in cantina dei cartoni.
A ogni viaggio trasporta due cartoni l’uno sopra l’altro: questa modalità di trasporto gli impedisce di vedere bene dove cammina.Infatti incontra uno scalino non perfettamente piano, mette un piede in fallo e cade dalla scala insieme ai cartoni.
Riporterà la fratture di un braccio e contusioni alla testa.
2) Nel secondo un’operaia del reparto spedizioni che sta trasportando una cassa del peso di 20 kg dal tavolo di imballaggio al furgoncino.
Poco prima di giungere alla vettura, la cassa, diventata per l’operaia sempre più pesante, sfugge di mano.
La caduta della cassa le provoca lesioni alla gamba e al collo del piede.
3) Un ultimo breve caso relativo all’attività di un muratore.
La gru in quel momento non è disponibile e il lavoratore si accinge a sollevare a mano un parapetto di finestra, pesante 36 kg, per portarlo all’interno dell’edificio in costruzione.
Durante il trasporto inciampa: la sua mano destra rimane schiacciata fra il parapetto e il muro della facciata. Uno schiacciamento che gli causerà un’assenza dal lavoro di quasi due mesi.
Il rischio di questi incidenti può sicuramente essere ridotto attraverso la consapevolezza, la giusta formazione e l’utilizzo di attrezzature adeguate. Ma di questo ne parleremo in seguito.
Rischi per la salute
Gli effetti della movimentazione manuale dei carichi oltre a provocare un aumento del ritmo cardiaco e di quello respiratorio, incidono negativamente, nel tempo, sulle articolazioni, in particolare sulla colonna vertebrale.
Il principale fattore che determina un rischio per la colonna vertebrale è l’ eccessivo carico che va a comprimere il disco intervertebrale durante la movimentazione.
Il carico che grava sul disco cambia a seconda delle condizioni di equilibrio: quando si solleva un peso, si realizza una situazione in cui la base di appoggio resta quella di chi sta effettuando la movimentazione, mentre il baricentro diventa quello del sistema “uomo + peso”.
Rischi a lungo termine, ovvero le malattie professionali
Lombalgia acuta: conosciuta comunemente come colpo della strega, si manifesta con un dolore intenso, talvolta lancinante, localizzato a livello lombare dovuto ad violenta contrattura muscolare che si verifica in seguito a uno sforzo eccessivo o troppo veloce.
Ernia del disco: è causata dallo spostamento del disco invertebrale dalla sua sede, consistente in una rottura o uno sfiancamento dell’anello fibroso del disco con conseguente dislocazione del nucleo polposo che di conseguenza va a comprimere il nervo causando dolore.
Sciatica: è causata dalla compressione di un nervo spinale lombare ovvero del nervo sciatico propriamente detto, che causa irritazione e dolore.
Becchi artrosici: Sono piccole protuberanze ossee che si formano sul bordo della vertebra. Possono provocare dolore locale; inoltre, se comprimono un nervo, determinano la comparsa di formicolii e dolori alle braccia.
Tutela del lavoratore
Al fine di tutelare il lavoratore ed eliminare o ridurre il rischio da movimentazione manuale dei carichi, il datore di lavoro, in base al D.Lgs.81/2008 Titolo X, ha l’obbligo di:
• adottare le misure organizzative necessarie e ricorrere a mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche che evitino la movimentazione manuale da parte dei lavoratori o ausili che rendano il lavoro meno gravoso;
• qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori il datore di lavoro deve fornire al lavoratore i mezzi adeguati che gli permettano di ridurre il rischio: deve organizzare i luoghi di lavoro affinché la movimentazione non costituisca un pericolo per la salute e la sicurezza di chi la effettua. E’ importante che vengano impostati i turni lavorativi evitando, soprattutto nei luoghi di lavoro dove il carico lavorativo è troppo pesante turni ravvicinati e il prolungamento dell’orario oltre le otto ore;
• Valutare, se possibile anche in fase di progettazione, le condizioni di salute e sicurezza connesse al lavoro che si deve compiere;
• adottare le misure adeguate tenendo conto dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche dell’ambiente di lavoro e delle esigenze che la movimentazione comporta al fine di evitare o ridurre i rischi legati in particolare alle patologie dorso- lombari;
• sottoporre i lavoratori alla sorveglianza sanitaria in base alle necessità scaturite dalla valutazione del rischio e dei fattori individuali del rischio rilevati.
Formazione, informazione e addestramento
Un’altro importante obbligo in capo al datore di lavoro riguarda appunto la formazione e addestramento che hanno lo scopo di:
• fornire ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato;
• assicurare loro la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività;
• fornire ai lavoratori l’addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi. Alcuni di questi li descriviamo in seguito.
Misure di prevenzione per una corretta movimentazione manuale dei carichi:
- E’ importante che il lavoratore sia a conoscenza delle caratteristiche del carico (peso, se un lato è più pesante..) e del corretto modo di sollevare il carico;
- Il sollevamento e/o la deposizione dei carichi va effettuata con la schiena eretta e nella posizione accovacciata, senza compiere movimenti bruschi;
- Avvicinarsi al carico in modo da evitare di spingersi troppo in avanti con il tronco;
- Se possibile utilizzare degli ausili quali cinghie, bilancieri portanti, carrelli ed altro, per trasportare il carico;
- I carrelli a quattro ruote, se non hanno timone o apposite barre di tiro, devono essere spinti (e non tirati) e devono essere caricati in modo che l’operatore possa vedere dove si sta dirigendo;
- Non trasportare carichi dove il pavimento non è uniforme (buche, sporgenze, salti o gradini) senza che siano state prese le necessarie precauzioni;
- Per l’utilizzo del carrello dove l’azione fondamentale è quella di spingere/tirare, il trasporto va eseguito con la schiena diritta e l’azione va svolta utilizzando la forza delle gambe, senza impegnare la schiena;
- Per spostare un grosso carico appoggiarsi con la schiena sul carico e, facendo forza sulle gambe, lievemente piegate, spingere;
- Afferrare il carico con una presa sicura e vicino al corpo;
- Tendere i muscoli della schiena prima del sollevamento del carico;
- Portare infine il carico verso se stessi perché i movimenti sono più corretti quando il carico è vicino al corpo;
- Evitare di portare il peso sollevato ad un altezza superiore a quella della testa. In caso di necessità se possibile utilizzare una scala;
- Cercare di distribuire uniformemente il peso da sollevare;
- Quando spostiamo un carico dobbiamo cercare di non sottoporre la colona vertebrale a tensioni meccaniche nocive. Affinché questo sia possibile:
-
- Il lavoratore deve posizionarsi vicino al carico sistemandosi di fronte alla direzione dello spostamento evitando di utilizzare le braccia come leva, cercando di non flettere troppo la schiena in avanti e di compiere inutili torsioni;
- I piedi del lavoratore devono poggiare su una base stabile per evitare di perdere l’equilibrio e di conseguenza effettuare bruschi movimenti per ristabilirlo; divaricare i piedi in modo da circondare una parte del peso da movimentare al fine di orientare il tronco sul carico e di controllare meglio lo sforzo;
- Per sollevare il carico chinarsi, flettere le gambe senza piegare la colonna concentrando lo sforzo di sollevamento sulle gambe e non sulla colonna;
- Non sollevare bruscamente il peso.
Valutazione degli indici di sollevamento (Medoto NIOSH)
Tale metodo permette di determinare, per ogni azione di sollevamento, il “limite di peso raccomandato”. Il NIOSH, nella sua proposta parte da un peso ideale di 23Kg, valido per entrambi i sessi.
Ciascun fattore demoltiplicativo previsto può assumere valori compresi tra 0 ed 1.
Quando l’elemento di rischio potenziale corrisponde ad una condizione ottimale, il relativo fattore assume il valore di 1 e pertanto non porta ad alcun decremento del peso ideale iniziale.
Quando l’elemento di rischio è presente, discostandosi dalla condizione ottimale, il relativo fattore assume un valore inferiore a 1; esso risulta tanto più piccolo quanto maggiore è l’allontanamento dalla relativa condizione ottimale: in tal caso il peso iniziale ideale diminuisce di conseguenza.
Per trasportare questo modello alla nostra contingenza, si può pensare di adottare la procedura NIOSH tale e quale per quanto riguarda i fattori di demoltiplicazione (che corrispondono ai principali, anche se non a tutti, gli elementi di rischio lavorativo, citati nell’allegato VI) partendo tuttavia da un peso “ideale” che è diversificato nel seguente modo:
Ne deriva la schema successivo che può essere usato come schema di valutazione del rischio connesso ad azioni di sollevamento.
Per quanto concerne L’INDICE DI SOLLEVAMENTO si prende in considerazione quanto previsto dalla norma TR_ISO 12295:2014, come sotto riportato.
Applicando la procedura a tutti gli elementi considerati si può pervenire a determinare il limite di peso raccomandato nel contesto esaminato ed il relativo Indice di Sollevamento idoneo (FASCIA VERDE) a prevenire problematiche di natura muscolo scheletrica.
Il passo successivo consiste nel calcolare il rapporto tra peso effettivamente sollevato (numeratore) e peso limite raccomandato (denominatore) per ottenere un indicatore sintetico del rischio.
Lo stesso è minimo per valori tendenziali inferiori a 1; è al contrario presente per valori tendenziali superiori ad 1; tanto è più alto il valore dell’indice tanto maggiore è il rischio.
Va comunque precisato che la procedura di calcolo del limite di peso raccomandato è applicabile quando ricorrono le seguenti condizioni:
- sollevamento di carichi svolto in posizione in piedi (non seduta o inginocchiata) in spazi non ristretti
- sollevamento di carichi eseguito con due mani
- altre attività di movimentazione manuale (trasporto, spingere o tirare) minimali
- adeguata frizione tra piedi (suola) e pavimento (coeff. di frizione statica > 0,4)
- gesti di sollevamento eseguiti in modo non brusco
- carico non estremamente freddo, caldo, contaminato o con il contenuto instabile
- condizioni microclimatiche favorevoli.
Laddove il lavoro di un gruppo di addetti dovesse prevedere lo svolgimento di più compiti diversificati di sollevamento si dovranno seguire, per la valutazione del rischio, procedure di analisi più articolate.
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