L’utilizzo dello smartphone può essere una causa di infortunio sul luogo di lavoro poiché compromette l’attenzione del lavoratore. Analizziamo insieme il fenomeno del phubbing!

Con l’avanzamento tecnologico degli ultimi anni, l’uso del cellulare è aumentato drasticamente diventando una vera e propria estensione del nostro braccio.
Gli smartphone hanno rivoluzionato il modo in cui le persone comunicano tra loro: se da un lato hanno esteso a tutto il mondo la possibilità di comunicare, dall’altro hanno peggiorato le interazioni quotidiane.

Cos’è il Phubbing?

Questo avviene, per esempio, col fenomeno del phubbing, cioè l’abitudine di distogliere l’attenzione dalle persone e dalle attività che si stanno svolgendo intorno a noi per concentrarci sui nostri dispositivi elettronici.
Il termine “phubbing” è stato coniato nel 2013 e deriva dalla fusione di “phone” (telefono) e “snubbing” (snobbare): si riferisce infatti all’ignorare o trascurare il proprio interlocutore nel proprio contesto sociale per concentrarsi, piuttosto, sul proprio smartphone.
Ignorare gli altri ci porta, ad essere distratti, ma anche all’isolamento vero e proprio. Secondo alcune ricerche, infatti, il phubbing avrebbe un impatto negativo e comporterebbe un abbassamento del tono dell’umore, riducendo, quindi, la qualità della comunicazione.
Solitamente chi subisce phubbing, oltre a registrare livelli di stress e depressione, si rifugia a sua volta nello smartphone creando un circolo vizioso senza fine.

Il Phubbing sul luogo di lavoro e i rischi correlati

Questo fenomeno, oltre a peggiorare le nostre relazioni sociali, può essere pericoloso soprattutto sul luogo di lavoro.
L’utilizzo dei cellulari fa aumentare la possibilità che si verifichino infortuni sul lavoro, in quanto in grado di generare una diminuzione dell’attenzione del lavoratore e, quindi, anche rispetto alle procedure di salute e sicurezza.
È importante, dunque, considerare l’uso dello smartphone, aziendale e non, nell’analisi dei rischi sul luogo di lavoro.
Tale valutazione riguarda due aree di massima:
  1. la valutazione del rischio legato alle emissioni dei telefonini;
  2. la valutazione del rischio legato alla distrazione che può essere determinata dall’uso del cellulare al lavoro.

Nel primo caso, la valutazione sarà di natura scientifica poiché le emissioni potrebbero compromettere, ad esempio, il corretto funzionamento di determinati macchinari.

Per quanto riguarda il secondo punto, il datore di lavoro può imporre il divieto del cellulare nei reparti aziendali caratterizzati da un rischio lavorativo elevato in cui gli operatori non possono assolutamente essere distratti dalle telefonate o dalle chat.

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