In ambito di salute e sicurezza sul lavoro l’espressione “errore umano” è quella più comunemente sentita quando avviene un incidente. Perché le persone sbagliano? Perché prendono delle decisioni sbagliate? E soprattutto, quali sono i meccanismi che stanno alla base del decision making?
Questo è stato l’argomento dell’intervento formativo tenuto presso AFV Beltrame Group nello stabilimento di San Didero, nell’ambito del progetto “Sicurezza Partecipata” che l’azienda ha intrapreso con noi.
L’aspetto del decision making è riconosciuto come una competenza di carattere non tecnico, ma altamente performante in termini di contributo alla messa in atto di comportamenti più sicuri, attraverso la quale il lavoratore possa essere in grado di analizzare, reagire ed agire complessivamente e trasversalmente alle diverse situazioni, siano esse prevedibili o di tipo emergenziale.
Alcuni stimano, che sebbene gli esseri umani prendano fino a 35.000 decisioni al giorno (Daum, 2012), parte di queste sono deliberate e riflessive, ma la stragrande maggioranza sono prese a vari livelli di subcoscienza.
A questo proposito Daniel Kahneman, postula l’esistenza dei due sistemi di pensiero:
- il sistema I che procede per automatismi e scorciatoie mentali, è grossolano veloce e sottoposto all’influenza di emozioni e fattori contestuali
- il sistema II caratterizzato da processi consapevoli, razionali, lenti, logici e faticosi.
Spesso lavoriamo a livello automatico scegliendo forme di decisione e ragionamento più veloce e pratiche chiamate euristiche, ovvero forme di ragionamento basate sull’esperienza passata, su informazioni parziali o valutazioni superficiali. Queste euristiche ci consentono si di lavorare con uno sforzo cognitivo minore, ma hanno una probabilità maggiore di condurre ad errori o distorsioni sistematiche chiamate bias appunto.
A livello di sicurezza le euristiche possono condurre sia a decisioni non corrette, che portare la persona a sottostimare il rischio di un incidente o infortunio.
L’evoluzione della cultura della sicurezza pertanto deve tener conto delle persone e del loro processo decisionale collettivo osservato attraverso il comportamento. Per coloro che si affidano esclusivamente ai sistemi di sicurezza implementati ed “imposti” dai datori di lavoro, il valore e l’internalizzazione di un processo decisionale e di azioni sicure non verrà radicato e, quindi, risulterà più difficile raggiungere una cultura della sicurezza forte e duratura.
Decision making nei nostri progetti
Scanavino & Partners promuove nei suoi progetti la competenza del decision making grazie ad un programma di formazione aziendale, che formi i lavoratori non solo su questa, ma anche sulle altre competenze a carattere non tecnico.
Il fine non è quello di prevenire totalmente l’errore (questa visione ad oggi appare utopistica), ma di giungere all’individuazione e minimizzazione dello stesso.