C’era una volta Mirko, il “nemico” del preposto…
Metà pomeriggio di un ordinario mercoledì. Mirko sta finendo di montare la struttura per una nuova postazione di ricarica dei carrelli elevatori nello stabilimento in cui fa il manutentore da cinque anni.
Nella notte è piovuto e ci sono diverse pozzanghere anche dove si trova lui. Dettagli aggiuntivi: sta usando un saldatore elettrico collegato a una presa industriale a parete e lavora a qualche metro d’altezza con un trabattello.
A parte il discutibile impiego di apparecchiature alimentate elettricamente in un ambiente semibagnato, secondo le procedure aziendali Mirko, per effettuare un lavoro “a caldo” e con possibilità di caduta dall’alto, avrebbe dovuto ottenere dal proprio responsabile un regolare permesso di sicurezza, ma non gliel’ha nemmeno chiesto, per evitare perdite di tempo e portarsi avanti con le attività in una giornata che fin dal mattino si è annunciata come particolarmente intensa. Regolarizzerà dopo, con un pezzo di carta “sciuè sciuè” da allegare al rapportino lavori. Sorvoliamo anche sul fatto che il montaggio del ponte mobile su ruote, lui, non l’ha imparato da nessuna parte. Autodidatta e praticone, l’ha tirato su da sé. È vero: arrangiandosi in modo creativo, gli è avanzata un’asta stabilizzatrice che ha poi lasciato in officina. Ma ci può stare: lo spirito d’iniziativa a volte confligge con la perfezione.
La figura del preposto e la sicurezza sul lavoro
Ed ecco: fa la sua comparsa il capopiazzale Giorgio che, nel corso del canonico giro d’ispezione in impianto, si accorge di Mirko. Giorgio vanta una significativa competenza tecnica e un’ottima memoria: rileva quindi immediatamente le criticità dell’operazione che il manutentore sta svolgendo e ricorda benissimo di non aver firmato nessun modulo autorizzativo per lavori speciali: dunque, cosa fa? Semplice: senza farsi vedere estrae dalla tasca il suo smartphone, fotografa Mirko e contatta via WhatsApp il nuovo direttore di stabilimento Claudio in modo da far partire una richiesta di giustificazioni al subordinato.
È uno dei tanti modi di interpretare il ruolo del preposto. Non l’unico censurabile, peraltro. Ci sono preposti che si lasciano passar tutto sotto il naso e fan finta di non vedere per evitare ogni possibilità di attrito coi loro collaboratori: quieto vivere, si potrebbe dire. Altri ritengono che il termine preposto, solo perché deriva dal latino ed etimologicamente significa messo prima/davanti, sia l’equivalente della parola gendarme e puntano tutto sulla repressione autoritaria (non autorevole) di ogni singola inosservanza, anche meramente formale: evidentemente han consultato un dizionario dei sinonimi in edizione limitata.
Evoluzione normativa e competenze del preposto
Sono quasi settant’anni che, dal punto di vista normativo-giuridico, la figura del preposto gode di una propria dignità formale: l’incontriamo nel D.P.R. 547/55, ricompare nel D. Lgs. 626/94, la si rilancia nel D. Lgs. 81/08 s.m.i. Sappiamo che deve sovraintendere, cioè vigilare e riferire. Con la L. 215/21, da un certo punto di vista, la si è pure rafforzata perché ne sono stati chiariti poteri e modalità d’intervento e se n’è prevista una designazione formale. Eppure continuiamo a trovare, nelle aziende, modalità disparate di ricoprirla e svolgere i compiti che le sono propri: ivi compresi inconsapevolezza, lassismo o, viceversa, rigore estremo; senso di fastidio e imposizione; tentativi di svicolare (“Lei è il responsabile?” “Più che altro un referente”) o di rivestirla con prerogative non richieste.
Il preposto come leader della sicurezza dei lavoratori
Il fatto è che quello di preposto, più che un ruolo o un insieme di tecniche, è un modo di essere. Come tale, se deve riuscire efficace, richiede doti che si possono (e si devono) potenziare ma che sicuramente non è possibile simulare: ci si deve credere. Il buon preposto dovrebbe risultare non tanto un capo quanto un leader. Una guida credibile che, spalleggiata dai vertici aziendali, sappia veicolare davvero i valori della sicurezza e del benessere.
I superpoteri del preposto
Il vero preposto ha capacità di:
- Comunicazione: sa affrontare in modo diretto i collaboratori, offrendo informazioni continue e tempestive su obiettivi ed evoluzioni del sistema-sicurezza, ruolo delle persone nel contribuire agli obiettivi, prestazioni richieste e realizzate, e si sincera che i collaboratori lo abbiano compreso correttamente.
- Visione: vede come sono le cose e come saranno/dovrebbero essere; traduce la visione in obiettivi (risultati da raggiungere, conoscenze da acquisire, modo in cui le persone possono stare bene nell’organizzazione, fra di loro e con lui).
- Relazione: crea un rapporto di reciproca fiducia, basato sulla sincerità e sulla trasparenza; ascolta; suscita interesse, fa crescere, motiva; affronta le incomprensioni; ammette i propri errori ed è disposto a rivedere le proprie scelte, le proprie opinioni, i propri atteggiamenti.
Il preposto eccellente ha poi una grande dote: quella di esprimere queste qualità comportandosi in modo diverso secondo le circostanze e le caratteristiche dei collaboratori, e attuando quindi stili di leadership differenziati e complementari (prescrivere, persuadere, coinvolgere, delegare).
L’approccio di Scanavino & Partners alla cultura della sicurezza sul lavoro
Con un background più che ventennale nella promozione dei comportamenti sicuri e competenze di alto livello nel safety coaching e nell’analisi organizzativa, l’esperienza Scanavino & Partners può rappresentare il vostro punto di svolta nella creazione di una cultura della sicurezza sul lavoro. La nostra azienda offre un servizio completo per migliorare la cultura della sicurezza sul lavoro, partendo dall’analisi dei bisogni specifici fino all’implementazione di soluzioni personalizzate.
Il nostro obiettivo è trasformare la sicurezza sul lavoro in un valore intrinseco per l’azienda, non solo rispettando le normative ma creando un ambiente in cui la sicurezza e il benessere dei lavoratori siano una priorità condivisa a tutti i livelli organizzativi. La nostra cultura della sicurezza sul lavoro si basa su interventi formativi, simulazioni pratiche e il costante monitoraggio delle performance aziendali, garantendo che ogni dipendente comprenda e adotti comportamenti sicuri.
Noi sappiamo come far sì che i preposti diventino i vostri top player della sicurezza, trasformandoli in leader capaci di promuovere e sostenere una cultura della sicurezza sul lavoro eccellente. Rivolgetevi con fiducia ai nostri esperti per costruire un futuro lavorativo più sicuro e produttivo.
Conclusione: la sicurezza prima di tutto!
P.S.: alla fine da Mirko è sceso Claudio. Gli ha detto di finire il lavoro senza far carta inutile perché un permesso di sicurezza non lo si fa dopo, per riempire un dossier, ma lo si compila prima, per valutare i rischi e prendere le misure adatte a governarli. Gli ha anche detto che a lui importa il rispetto delle regole ma gli preme di più che la gente non si faccia male, specie per la fretta, le pressioni e gli errori evitabili. Ci sarà da lavorare su consapevolezza e addestramento e dovremo far crescere anche i preposti, ha aggiunto. Ma lui c’è, la porta del suo ufficio è sempre aperta. “Domani devo saldare in vasca 2”, ha risposto Mirko. “Dove trovo i moduli di permesso per gli spazi confinati?”
Dott. Alessandro Cipollini