Stanchezza, carico di lavoro, distrazione sono tra le cause principali degli infortuni e incidenti sul lavoro …
Mentre è facile comprendere quanto sia pericoloso guidare un veicolo in un momento di stanchezza, con il rischio magari di chiudere gli occhi – bastano pochi istanti – al volante, forse non è altrettanto evidente il rischio che la stanchezza può portare in molte attività lavorative che non si svolgono necessariamente in strada e alla guida di un automezzo.
Vediamo di seguito un caso.
Ambito lavorativo: l’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche.
Un lavoratore viene chiamato per “lavori urgenti straordinari di riparazione e ripristino di una parte dell’impianto elettrico relativo al reparto frigorifero di una azienda agroalimentare con turni di lavorazione a ciclo continuo”.
La riparazione avviene in una piccola stanza, dove sono collocati tutti i quadri elettrici, scarsamente illuminata.
Mentre il tecnico effettua dei collegamenti elettrici su “interruttori che erano stati isolati dalla rete in tensione e che si trovavano nella parte superiore del quadro elettrico”, cade una vite metallica nella parte bassa del quadro, posta a livello del terreno, che risulta “ancora collegata alla rete elettrica e per questo era rimasta chiusa da una portella imbullonata”.
Per scongiurare un cortocircuito il tecnico cerca di recuperare l’oggetto metallico: svita la portella di protezione e si sporge in avanti “per vedere meglio e cercare la vite caduta e nascosta dai cavi”. Ma si avvicina troppo alle parti attive dei terminali: la testa dell’infortunato tocca “due morsetti creando un ponte con tensione di corrente di 380 volts”: il decesso è immediato.
L’incidente è avvenuto verso le 20: il tecnico, che si trovava da solo, lavorava da almeno 9 o 10 ore. E dunque la dimenticanza, riguardo al mancato isolamento dalla rete della parte bassa del quadro elettrico, è probabilmente dovuta alla stanchezza.
Esiste una diretta correlazione tra le ore lavorate, la stanchezza fisica e mentale e la possibilità che si manifestino incidenti ed infortuni sul lavoro.
L’indice di attenzione e’ infatti inversamente proporzionale alle ore lavorate.
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ISO 10075
La norma ISO 10075, definisce la fatica mentale come “alterazione temporanea dell’efficienza funzionale mentale e fisica, condizionata dall’intensità, durata e andamento temporale dello strain mentale precedente” ed è da considerare fra i rischi da prevenire sul luogo di lavoro.
Inoltre si ricorda che una ridotta vigilanza, molto pericolosa specialmente quando viene accusata da operatori che svolgono attività a rischio elevato, può dipendere, a livello mentale, da una contraddizione fra richiesta continua di attenzione (ad es. per cogliere su un monitor eventuali segnali di malfunzionamento) e la poca variabilità o assenza di eventi che inducono noia, lentezza e sonnolenza.
Prevenzione
L’obiettivo di ogni datore di lavoro e’ quello di garantire condizioni di lavoro e misure organizzative adeguate a salvaguardia della salute dei lavoratori.
La rimodulazione dell’orario di lavoro puo’ essere una valida soluzione al fine di una maggiore tutela della salute dei lavoratori .
I vantaggi della rimodulazione dei turni di lavoro : Il passaggio da 8×5 a 6×6
Ricordiamo che per prevenire infortuni sul lavoro, vi sono tanti fattori da considerare, quali ad esempio un’adeguata e tempestiva formazione ed informazione, la corretta valutazione dei rischi ai quali si può andare in contro, un’accurata pianificazione degli interventi preventivi, organizzazione degli spazi di lavoro, orari e turni, e sensibilizzazione dei lavoratori stessi verso il proprio lavoro e la prevenzione dei rischi che li riguarda in prima persona!