La figura del preposto per la sicurezza è sempre più al centro del sistema di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro. Con l’evoluzione normativa, il suo ruolo ha assunto una portata strategica, diventando un elemento imprescindibile per garantire l’effettiva applicazione delle direttive in materia di salute e sicurezza.
Il preposto non è solo un supervisore, ma una figura dotata di specifici poteri organizzativi e di vigilanza, in grado di coordinare l’attività operativa dei lavoratori e intervenire tempestivamente in caso di non conformità. Secondo quanto previsto dall’articolo 2 del D. Lgs. 81/08, egli ha il compito di sovrintendere e garantire l’esecuzione corretta delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza.
L’individuazione formale del preposto per la sicurezza: obbligo normativo e valore pratico
Con l’introduzione della Legge 215/2021, l’individuazione formale del preposto per la sicurezza è diventata obbligatoria. Questo passaggio ha comportato una rivoluzione culturale e gestionale per molte imprese, che fino ad allora avevano trattato questo ruolo in maniera più informale.
Oggi, non è più possibile affidarsi alla consuetudine o all’intuito del datore di lavoro: serve un atto formale, tracciabile, e comunicato a tutti i livelli dell’organigramma aziendale. L’identificazione chiara del preposto è la prima garanzia per una corretta gestione delle responsabilità.
Bozza ASR 2025: nuove regole per la formazione del preposto per la sicurezza
Nel maggio 2024 abbiamo pubblicato un primo approfondimento dedicato alla bozza iniziale del nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione alla sicurezza. Dopo mesi di attesa, il 17 aprile 2025, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato una nuova versione della bozza, che rappresenta il passaggio più avanzato nel percorso di aggiornamento normativo, pur non essendo ancora ufficiale: per avere pieno valore normativo, si attende infatti la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Le indicazioni contenute nel documento approvato sono però già al centro dell’attenzione degli addetti ai lavori, poiché delineano in modo dettagliato le nuove regole organizzative e formative. In particolare, il ruolo del preposto è stato oggetto di un’importante ridefinizione, soprattutto per quanto riguarda la sua formazione.
Secondo la bozza, la formazione del preposto dovrà rispettare standard rigorosi:
- Durata minima di 12 ore, in presenza o in videoconferenza sincrona;
- Aggiornamento ogni 2 anni, con almeno 6 ore di formazione;
- Non vi è la possibilità di svolgere la formazione e l’aggiornamento in e-learning;
- Se il corso di formazione o aggiornamento è stato frequentato da più di 2 anni è necessario l’aggiornamento entro 12 mesi.
Sebbene si tratti ancora di una bozza, queste anticipazioni delineano un nuovo modello formativo destinato a incidere profondamente sull’organizzazione aziendale e sulla gestione del preposto per la sicurezza.
Il preposto per la sicurezza e l’obbligo di intervento immediato
Una delle novità più rilevanti introdotte dalla Legge 215/2021 riguarda l’obbligo di intervento tempestivo da parte del preposto. In caso di comportamento non conforme da parte di un lavoratore, il preposto ha il dovere di interrompere immediatamente l’attività e avvisare i superiori.
Questo obbligo supera ogni ambiguità passata: non si può più aspettare o “tollerare” sperando che il lavoratore si adegui. Il preposto per la sicurezza diventa così garante diretto dell’applicazione delle regole, un filtro attivo tra le direttive aziendali e la pratica operativa quotidiana.
Formazione biennale: dubbi operativi e rischi per le aziende
Fino a oggi, in assenza di un accordo aggiornato, l’obbligo di formazione biennale per il preposto, introdotto dalla Legge 215/2021, ha sollevato molti dubbi applicativi. In mancanza di un testo ufficiale in Gazzetta, molte aziende hanno continuato a fare riferimento ai vecchi standard quinquennali, esponendosi a rischi di non conformità.
La bozza dell’Accordo Stato-Regioni 2025, sebbene non ancora ufficiale, offre finalmente indicazioni più dettagliate su contenuti, durata e modalità di svolgimento. Questo rappresenta un passo importante per uniformare le pratiche formative, ma richiede alle imprese di prepararsi subito, aggiornando i piani formativi per evitare criticità future.
Adeguarsi tempestivamente alle previsioni della bozza è fondamentale: anche in attesa della pubblicazione definitiva, il preposto per la sicurezza va formato secondo i più alti standard qualitativi previsti, per garantire reale efficacia, tracciabilità e tutela legale.
Retribuzione del preposto per la sicurezza: realtà o aspettativa?
Un altro punto critico è il compenso riconosciuto al preposto per la sicurezza. La Legge 215 ha introdotto la possibilità di emolumenti aggiuntivi, ma la loro entità è demandata ai contratti collettivi. Questa situazione ha creato incertezza: da un lato preposti che chiedono un compenso aggiuntivo, dall’altro datori di lavoro che non sanno come regolarsi.
Nel frattempo, la funzione del preposto continua a comportare responsabilità crescenti, senza una garanzia economica proporzionata. Serve chiarezza e uniformità anche su questo aspetto.
Il preposto per la sicurezza tra responsabilità e aspettative aziendali
Non va dimenticato che il preposto è spesso un lavoratore esperto, stimato, ma non sempre formato per affrontare tutti gli obblighi giuridici e operativi del ruolo. Per questo è importante che le aziende forniscano supporto, formazione e strumenti adeguati, non solo per ottemperare alla legge, ma per tutelare la persona e valorizzarne il contributo.
In molti casi, infatti, il preposto per la sicurezza diventa una figura di riferimento anche per la cultura organizzativa, influenzando positivamente l’intero ambiente di lavoro.
Rischi in caso di mancata nomina del preposto per la sicurezza
La mancata designazione formale del preposto per la sicurezza comporta sanzioni amministrative e potenziali responsabilità penali in caso di infortuni. In aggiunta, senza questa figura, le aziende rischiano di non riuscire ad attuare efficacemente il proprio modello organizzativo di prevenzione.
Ecco perché la presenza di un preposto, adeguatamente formato e aggiornato, non è solo un obbligo ma una condizione necessaria per il buon funzionamento dell’intero sistema di sicurezza aziendale.
Come gestire correttamente il preposto per la sicurezza
La gestione efficace del preposto richiede un approccio integrato:
- Nomina formale e comunicazione interna.
- Formazione iniziale e aggiornamenti programmati.
- Definizione chiara delle responsabilità operative.
- Monitoraggio costante delle attività e supporto documentale.
Solo attraverso un piano strutturato e coerente è possibile garantire che il preposto per la sicurezza svolga il proprio ruolo con efficacia e serenità.
Scanavino & Partners: al tuo fianco per la sicurezza
In questo contesto complesso e in costante evoluzione, Scanavino & Partners rappresenta il partner ideale per gestire correttamente la figura del preposto. Con un’esperienza pluridecennale, il nostro team ti aiuterà a implementare le nuove normative, pianificare la formazione e risolvere i dubbi più delicati.
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Dott. Alessandro Cipollini